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L’ex di Airbnb, Stifanelli, lancia l’app per pagare le tasse con pochi click

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Taxfix – l’app che facilita il pagamento delle tasse – nasce a Berlino da un’idea di Lino Teuteberg & Mathis Büchi. Il successo della piattaforma è certificato (anche) dai 110 milioni di investimenti di cui ha beneficiato.

E’ stato affidato a Matteo Stifanelli, ex-Country Opener e Manager  di Airbnb, il compito di radicare Taxfix in Italia. A lui si deve la fortuna italiana di Airbnb, nelle vesti di Country Opener e Manager  Stifanelli ha contribuito a portare 3 miliardi di euro nelle tasche degli Italiani facendo del nostro Paese il terzo mercato al mondo di Airbnb. Ora il compito di replicare il successo.

Stifanelli – settimo ospite della serie #ZetaMillennials ad alto contenuto tecnologico – è il country manager di Taxfix

Qui alcuni passaggio dell’intervista che trovate integralmente qui.

Convinca il lettore di Forbes che Taxfix semplifica la vita.

L’80% degli italiani va ancora al CAF per fare la dichiarazione dei redditi, ciò significa prenotare un appuntamento, perdere ore fra traffico, attese in ufficio, colloqui, stampa dei documenti. Con la nostra piattaforma si può contare su una  squadra di esperti fiscali che preparano la dichiarazione in maniera semplice, sicura e conveniente. Basta rispondere ad alcune semplici domande e caricare i documenti necessari, al resto pensano i nostri esperti. Se si hanno domande, si possono usare chat, email, telefono, whatsapp, in qualunque momento della giornata, anche nei fine settimana.

L’ultimo investimento ha raggiunto 65 milioni di dollari che sommati ai precedenti 45 fanno 110. Chi sta investendo su di voi?

Abbiamo i più noti fondi di venture capital, si va da Valar Ventures (N26, TransferWise) a Creandum (Spotify, Klarna) e Index Ventures (Deliveroo, Revolut).

Com’è che è arrivato a Taxfix? 

Mi contattarono loro tramite un head hunter. A dire il vero, conoscevo il progetto ed era tra i miei preferiti perché pensato per risolvere concretamente un problema molto sentito. Poi mi piacevano i numeri: ottimali in termini di unit economics, investimenti e crescita. Non ultimo, mi intrigava l’idea di creare un prodotto da zero dal momento che esisteva ma andava plasmato sulle regole e abitudini degli Italiani, così avrei potuto lanciare il prodotto sul mercato, ma al tempo stesso costruire il prodotto in sé, con un team di designer, esperti di tasse e ingegneri. La cultura dell’azienda, poi, mi ricordava molto quella di Airbnb in termini di rispetto per gli altri e di “crescita, ma non a tutti i costi”.

Nel 2011 collabora con il team che organizza il lancio del primo ufficio europeo di Airbnb a Berlino e nel 2012 apre la sede italiana a Milano. Aveva 25 anni e una Laurea umanistica…

Collaboravo come freelancer dal 2010 con servizi di market and competitor analyis. Così ebbi la possibilità di conoscere il team e di dimostrare la mia etica del lavoro e passione per  il prodotto. Nel 2011 arrivava un primo ruolo d’ingresso seguito da continue promozioni fino a quella, di lì a due anni,  di country manager. Ho dato il massimo, vero, però riconosco la fortuna di aver potuto operare in un’azienda come Airbnb: marchio di grande successo, quotato in Borsa, e con una cultura aziendale unica nel suo genere, capace di produrre un team affiatatissimo. 

Ricordi del lancio?

Indimenticabili il caos iniziale, l’ufficio in Alexander Platz, i colleghi appena arrivati a Berlino, l’aereo per Milano il 23 dicembre, il nostro loft a Pietrasanta dove abbiamo costruito l’ufficio Italiano, il divano in ufficio dove ho dormito tante volte perché troppo impegnato per trovarmi una casa e a volte troppo stanco per cambiare airbnb ogni settimana, i viaggi a San Francisco ogni due-tre mesi, la casa dei fondatori  in Rausch Street dove tutto è cominciato. E su tutto, gli innumerevoli incontri e le conversazioni telefoniche con gli host airbnb in Italia. 

E in quegli anni ruggenti, riusciva a trovare il tempo per un Master in Business Administration a Losanna. Perché il master e perché in Svizzera?

Decisi di fare un MBA perché volevo ottenere le competenze necessarie per avere successo in una realtà aziendale strutturata quale era diventata Airbnb nel 2016. Al mio arrivo in azienda, le competenze necessarie erano quelle classiche di una startup ed il profilo calzava a pennello tanto da diventare in quattro anni il più giovane country manager in azienda.  Nel 2016 la società era cresciuta e cambiata molto. Era chiaro che se avessi voluto eccellere nel quinquennio successivo, avrei dovuto completare il mio skill set e imparare a performare in una realtà ovviamente molto più corporate di quella in cui avevo operato nei passati quattro anni. Proposi così al mio manager di aiutarmi a crescere facendo sì che Airbnb finanziasse il mio MBA. Optai per Losanna per due motivi. Prima cosa volevo un MBA in un ambiente internazionale, che mi preparasse a lavorare in un contesto multiculturale come quello di Airbnb. In secondo luogo, volevo una business school che si adattasse alle mie esigenze di manager e mi permettesse di continuare a lavorare per Airbnb mentre studiavo. L’MBA è durato due anni, ed è stato estremamente sfidante completarlo e conciliare i miei obblighi di MBA candidate con quelli  di Country Manager. Solo così, però, sarei stato all’altezza delle sfide in Airbnb.

Lei è un po’ una figura ibrida. Si sente più imprenditore o più manager? 

Da piccolo sognavo di lanciare una mia azienda. L’ho fatto appena ho potuto con durante l’università, piccole esperienze ma che sono bastate per capire quanto sia difficile partire da zero. Credo che sia vincente fare il manager in realtà come AirBnb o TaxFix poiché aziende che hanno già raggiunto una certa validazione di mercato, hanno una squadra ben organata e le risorse per crescere.

Anna Franini
Anna Franini
Anna Franini, giornalista di Forbes e il Giornale. Scrive storie di Leadership, Imprenditoria, Innovazione. Intervista fondatori di aziende miliardarie, Premi Nobel, Breakthrough, Academy Awards, Pulitzer, Pritzker.
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