A un soffio dalle Olimpiadi di Pechino e a 4 anni da Milano-Cortina, riflettiamo sull’economia del turismo invernale.
➡️ Qui la mia intervista Angelo Radici (vertice di RadiciGroup).
❄️La stagione invernale è sempre più breve, nevica tardi e ad alta quota.
⛷Qual è il futuro degli sport invernali e dell’economia che vi ruota attorno?
I più colpiti sono i comprensori piccoli e senza blasoni, eppure vitali per l’economia del territorio oltre che palestre di tanti nostri campioni, il caso di Sofia Goggia che mosse i primi “passi” nella piccola Selvino.
La montagna soffre salvo che un imprenditore locale decida di intervenire, e in buona parte per spirito filantropico, lo stesso che spinge il mecenate a sostenere le arti. Il caso di Angelo Radici, presidente di RadiciGroup, azienda della chimica, tecnopolimeri e soluzioni tessili, con quartier generale a Gandino, in provincia di Bergamo, presente in 15 Paesi, con 3mila dipendenti e oltre 1 miliardo di euro il fatturato.
Radici, come si rilancia un piccolo comprensorio sciistico in una fase come questa?
Con investimenti e strategie. Per anni mi sono limitato a destinare una serie di finanziamenti al Monte Pora, senza mai spingere. Poi, quattro anni fa, la decisione di assumere la maggioranza della società fino a diventarne l’azionista di riferimento (80% delle quote). Abbiamo individuato un manager Maurizio Seletti, attuale ad e forte di una laurea in economia alla Bocconi e anni di esperienza a Livigno e Bormio. La presidente è mia figlia Cristina, passato come agonista nelle nazionali di sci (il marito, Luca Percassi, è ad dell’Atalanta, ndr). Già vediamo i primi risultati sia per il turismo invernale sia per quello estivo.
Il Monte Pora è costituito da seconde case, manca un hotel che sarebbe auspicabile. Mi auguro che si facciano avanti altri investitori, siamo in un’area, la Val Seriana, ricca di aziende di peso e solide. Spero di riuscire in questo mio sogno che certo chiede la collaborazione di più parti.
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E dalla collaborazione con l’azienda bergamasca Dkb è nata la prima tuta da sci in materiale riciclato e riciclabile a fine vita.
In realtà s’è trattato di una triangolazione fra RadiciGroup, Dkb e lo SciClub Radici che periodicamente rinnova la sua divisa. Da questa esigenza è nata l’idea di usare un filato prodotto da RadiciGroup e proveniente dal riciclo e di studiare un capo che è veramente circolare, senza rinunciare a performance, comfort ed estetica.