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Milano, asciutta ed efficiente, più asburgica degli Asburgo  che la dominarono per un secolo e mezzo senza predarla come fecero i predecessori, quegli Spagnoli abili a “spandersi nelle vigne, per diradar l’uve, e alleggerire a’ contadini le fatiche della vendemmia”, come ben illustrò Alessandro Manzoni. Teatro alla Scala, Biblioteca Braidense, catasto e diritto all’istruzione già in tempi non sospetti, questi sono alcuni dei lasciti austriaci che toccano l’apice – anche fuor di metafora – ne “la bela Madunina” (Madonnina), simbolo della città. 

A Milano si pensa, si fa, si produce, si innova; epicentro di una Lombardia che da sola produce il 22% del PIL nazionale, il secondo più alto tra le regioni europee, alle spalle dell’Ile-de-France. Qui hanno sede la Borsa e gli affari, snodi ferroviari, autostradale e aeroportuali così da proiettare la metropoli nel mondo. Nell’immaginario comune il capoluogo lombardo  è moda e design, due tasselli di un più ampio mosaico, talmente esteso che questo nostro servizio non può che accennarvi per sommi capi. Mettendo a sistema tanto fermento, scaturiscono ben 9 cluster tecnologici, che si diramano nelle province circostanti e dalle terre periferiche qui convergono generando un ecosistema. Distretti che a loro volta si contaminano perché la chimica sconfina nella cosmesi che finisce nella moda che va nel tessile che sfocia nell’automotive dunque metalli dunque meccatronica, e poi c’è l’editoria per cui si informa e si comunica quanto si fa, e così via. Una cosa è certa, una delle chiavi del successo è la postura di questa metropoli, laboriosa e dinamica, con sguardo oltre confine. Alla radice vi sono università e centri di ricerca: quanto mai cruciali nell’epoca dell’economia della conoscenza, svettano Politecnico, Bocconi, Vita-Salute San Raffaele, frutto della lungimiranza dalla fu-borghesia meneghina. 

AEROSPAZIO

Partiamo dai cieli, che a Milano un tempo erano bigi e nebbiosi ed ora più tersi per effetto del cambio climatico.  Il Lombardia Aerospace Cluster, con apice a Varese, conta ben 200 aziende e 21.500 addetti, che generano circa 6,3 miliardi di euro di fatturato annuo e un export dal valore di 1 miliardo. Filiera che fa capo a nomi potenti come Leonardo, Ohb Italia, Thales Alenia Space e Thales Italia, a 4 università e 2 centri di ricerca. In virtù di questo ecosistema a settembre Milano ospita la 75ma edizione dell’International Astronautical Congress (IAC) 2024, la più importante manifestazione mondiale nel settore dello Spazio.

CHIMICA, FARMACEUTICA e SCIENZE DELLA VITA

Milano è poi sinonimo di industria chimica e chimico-farmaceutica. La Lombardia – con oltre 45 mila addetti e un fatturato pari a 25 miliardi di euro – mostra una vera e propria vocazione nei confronti della chimica, tanto da identificare un distretto tecnologico. A Milano si colloca metà delle imprese lombarde del settore chimico, vi operano aziende come Dompé, Italfarmaco, Mediolanum Farmaceutici, Recordati, Genenta, così come Bracco è leader nella diagnostica per immagini.  Chimica implica cosmesi, e di fatto metà delle imprese cosmetiche italiane ha sede in Lombardia dove viene generato un fatturato di quasi  8 miliardi e un export da 3,6 miliardi di euro. Con Crema, Bergamo, e Monza-Brianza, Milano appartiene al quadrilatero della bellezza, ad alta concentrazione di terzisti che operano per colossi come Dior, Chanel, Estée Lauder, Lancôme, Shiseido, Helena Rubinstein, un pulviscolo di 500 aziende con fatturati a sei cifre e produttrici del 60% di ombretti, mascara, ciprie e rossetti utilizzati internazionalmente. 

A questa si connette la filiera delle Scienze della Vita che in Lombardia genera un valore di produzione di 74,5 miliardi di euro, quasi 1/3 del comparto nazionale, fra contributo  diretto e indotto, vale il 13% del PIL regionale. Si contano aziende piccole e grandi, start up e colossi, da Boston Scientific a Bracco fra i grandi, da  Ab Medica, Advice Pharma, Clonit a DspSolutions e INGM nel settore della salute digitale. Da ASC a Harg per salute e benessere, più una serie di Fondazioni di Ricerca: Monzino, Villa Santa Maria, FROM, Ciao, Don Gnocchi, Humanitas, Besta, 

MANIFATTURA INTELLIGENTE

Milano è poi manifattura, aggiungiamo: intelligente. E così nata l’Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia, cluster tecnologico per il manifatturiero avanzato lombardo, un ecosistema di innovazione che aggrega imprese, centri di ricerca, università e associazioni industriali. Le aziende manifatturiere della Lombardia brillano a livello nazionale per una spiccata capacità di R&I supportata dal sistema delle università e della ricerca. Grazie a ciò, il manifatturiero contribuisce a creare e a mantenere in regione competenze avanzate, lavori ad alto valore aggiunto e infrastrutture di Ricerca e Innovazione che stimolano lo sviluppo di tecnologie abilitanti. Con 140 brevetti per milione di abitanti, la Lombardia è la prima regione in Italia per numero di brevetti sulle tecnologie per il manifatturiero depositati presso lo European Patent Office (EPO). E’ stato un gran giorno il primo luglio: nel capoluogo lombardo è stata inaugurata la sezione italiana del Tribunale unificato dei brevetti (Tub). 

Per esempio afferisce alla filiera della componentistica intelligente la Fluid-o-Tech, azienda tecnologica di Corsico (Milano) specializzata nella progettazione e produzione di pompe volumetriche e sistemi sensorizzati e intelligenti di dosaggio dei fluidi. Componentistica industriale che comprende automotive, minuteria metallica, macchinari e macchine utensili, pompe, valvole, settore petrolchimico, industrie di trasformazione, rubinetteria, e vale oltre 50 miliardi di euro. La disanima proseguirebbe con la filiera del riciclo nel tessile, produzione alimentare, dell’acciaio e della plastica “sostenibili”, e dell’additive manufacturing. 

AUTOMOTIVE

La Lombardia vanta il settimo cluster automotive in Europa,  e il numero 2 in Italia. Nella sola Lombardia conta 30.010 imprese che impiegano 96.572 addetti. Vince l’asse Milano, Bergamo e Brescia, con singole aree fortemente specializzate. Nel bresciano, ad esempio, predomina la filiera meccanica, a Milano il settore dei pneumatici e componentistica. Pirelli docet, ovviamente.  

Se Torino è la provincia che intrattiene i maggiori rapporti di fornitura con il mondo di produzione automotive, sia per numero di transazioni, che per importo (rispettivamente 48,4% e 37% del totale forniture Italia). Milano –  si legge in un report di Intesa SanPaolo, isi posiziona al secondo posto in valore e al terzo per numero di transazioni.

SMART ENERGY SYSTEMS 

La filiera dello Smart Energy Systems si occupa della promozione, ricerca, sviluppo e produzione di sistemi di generazione e distribuzione di risorse e tecnologie energetiche sostenibili per l’industria, i consumatori ed i servizi pubblici. Si parla dunque di Sustainable Manufacturing dunque della creazione di prodotti attraverso processi che riducono al minimo gli impatti ambientali negativi, preservando nel contempo l’energia e le risorse naturali. 

Qui affluisce l’area del green building centrato sugli edifici sostenibili rispetto all’abbattimento quasi a zero del consumo energetico, delle riduzioni al minimo delle emissioni dei gas serra e all’uso di materiali sostenibili e riciclabili in ottica integrata sull’intero ciclo di vita dell’edificio. 

AGROALIMENTARE 

L’agroalimentare in Lombardia vale 48 miliardi, con un aumento del 34% rispetto al 2015, a conferma della sua leadership. Con un fatturato di 2,5 miliardi di euro nelle produzioni certificate nel 2022, + 15% rispetto al 2021, la regione raggiunge il primato italiano anche nell’export: 10,4 miliardi di euro nel 2023, + 84% rispetto al 2015. La regione è terza in Italia per numero di produzioni certificate. Con 75 tra Dop e Igp,  Mantova, Brescia, Cremona, Sondrio e Lodi sono tra le prime 20 in Italia per valore della produzione certificata. A Milano si concentra il lattiero caseario. 

HEADQUARTERS 

Una lunga serie di grandi aziende ha posizionato a Milano la propria sede. Il periodico Arcipelago Milano ne ha redatto una mappa. Si parte dai 29 headquarters  attivi nel bancario, finanziario e assicurativo. 22 afferiscono al ramo banca e finanza, compresi i maggiori tre, Intesa SanPaolo, Unicredit, BPM. Quanto all’assicurativo, svetta – fori di metafora – la Torre Hadid di Citylife, il volto meneghino di Generali, a un passo dal concorrente Allianz. 

Sono 54 le sedi di aziende di dimensioni importanti di casa nostra. Da Amplifon (apparecchiature uditive) a Coima (real estate), Damiani (moda e lusso), Fernet Branca, Luxottica, Campari, Fontana Arte, Zambon. Quanto ad Armani: Ermenegildo Zegna, Dolce & Gabbana, Etro, Moncler, Prada basta il nome. Sono state 43 sedi di imprese straniere, da Amazon a Deloitte, Marsh, Microsoft e pure Walt Disney. Ci sono poi aziende il cui cuore pulsa altrove ma presenti anche a Milano, dalle italiane Percassi (real estate, Kiko, Atalanta) a Mapei, Della Valle, Loro Piana. Quanto alle straniere, si menzionano multinazionali come Alibaba, Facebook, Easyjet, Sorin. Un esercito di HQ che porta a Milano migliaia di addetti: 40mila, per esempio, per le sole aziende italiane, 25mila per le straniere,  

Anna Franini
Anna Franini
Anna Franini, giornalista di Forbes e il Giornale. Scrive storie di Leadership, Imprenditoria, Innovazione. Intervista fondatori di aziende miliardarie, Premi Nobel, Breakthrough, Academy Awards, Pulitzer, Pritzker.
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