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Bolzano, vette di ricchezza

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Distretti d’Italia. Puntata n.2

Un’economia scolpita nella roccia. Sbocciata fra cime monumentali, o meglio: proprio in virtù di quelle guglie e pinnacoli che hanno nome Dolomiti.

Siamo in Alto Adige, area che in un secolo ha cambiato pelle e nazionalità (italiana dal 1919) riuscendo però a rimanere sempre se stessa. Dopo l’addio all’impero austro-ungarico, ha conosciuto l’industrializzazione forzata degli anni Trenta e il crollo del decennio successivo che la sprofondò tra le province più povere d’Italia. Poi la risalita fino al decollo economico degli anni Settanta che ebbe nel turismo il suo vettore e nel riconoscimento dello statuto di autonomia una potente leva. Perché autonomia vuol dire privilegi fiscali, velocità, snellezza delle procedure anche in termini di incentivi all’innovazione. Altri punti di forza di questo territorio, il bilinguismo, e pure trilinguismo se si aggiunge il ladino, quindi l’abbraccio della cultura latina con la germanica. 

Soltanto il 14% della superficie altoatesina si sviluppa sotto i mille metri di altitudine, ed è lì che si concentrano le  56mila aziende per il 28,9% attive nell’agricoltura, il 20% nei servizi, il 13,6% nella ristorazione e hotellerie, il 13,5% nel commercio, il 12,3% nelle costruzioni, il 6,6% nel comparto manifatturiero e 2,5% in ambiente (dati IRE). Percentuali che si rovesciano quando si va a misurare il valore aggiunto generato dai singoli settori per cui l’agricoltura contribuisce solo per il 4,8%, mentre impattano in grande misura i servizi privati (27%) e il settore pubblico, istruzione, sanità (18%), quindi commercio (15%), manifattura (11,9%), ristorazione e hotellerie (11,4%), costruzioni (5,8%), energia e ambiente (5,2%). 

Il 13% delle aziende conta più di 250 dipendenti, per il resto il tessuto imprenditoriale è costituito da PMI. Delle 3.740 aziende manifatturiere ben 1003 orbitano nel mondo del legno, 603 nel settore dei metalli, 343 nell’alimentare. Al di là dei numeri, il tratto identitario dell’imprenditoria altoatesina sta nell’incredibile concentrazione di multinazionali tascabili, aziende perlopiù di medie dimensioni però leader di settore: hanno scovato i mercati di nicchia concentrandovi saperi e energie. 

Montagna, maestra di vita.

Qui dalla montagna non si scappa. Anzi: è maestra, dà lezioni di vita. “E’ eterna e maestosa, la guardi e rifletti su quanto siamo piccoli al suo cospetto. Quelle cime insegnano l’umiltà” spiega Heiner Oberrauch, presidente di Assoimprenditori Alto Adige, fondatore e presidente di Oberalp Spa, un circuito di sei marchi che stanno riscrivendo la storia della montagna attraverso la rinnovata attrezzatura per sci alpinismo Dynafit, l’abbigliamento per montagna Salewa, le pelli Pomoca, quindi Evolv, Wild Country, LaMunt. Oberrauch incarna la peculiarità dell’imprenditoria sudtirolese, modellata sullo stile di vita del territorio che vuol dunque dire operatività precisa e senza risparmio dal lunedì al venerdì, sport e svago nei fine settimana. “In Oberlap abbiamo quindici persone impegnate nella ricerca e sviluppo. Però anch’io do un mio contributo. Quando nel fine settimana faccio alpinismo o trekking libero la mente, rifletto e il lunedì torno sempre in ufficio con qualche idea nuova. Nel Sud Tirolo sono gli stessi  imprenditori a collaudare personalmente i propri prodotti perché spesso nascono proprio per soddisfare le esigenze del territorio” spiega Oberrauch nell’edificio iconico Salewa, struttura d’una bellezza mozzafiato, volumi che dialogano con le montagne, articolato in piastre e torri, a zero emissioni, completamente sostenibile e produttore autonomo di energia.

Multinazionali tascabili

In tema di multinazionali tascabili, la mente va a TechnoAlpin, un piccolo gigante nato per risolvere un problema del territorio, leader dell’innevamento tecnico, con 16 sedi in 13 Paesi, 600 dipendenti e una produzione annuale di 5mila generatori di neve. I due padri fondatori Rieder e Gummerer erano direttori di un’area sciistica, scarseggiava la neve e così brevettarono una macchina sparaneve usando un ventilatore per paglia della fattoria di famiglia e ugelli agricoli. Ora TechnoAlpin imbianca i pendii di mezzo mondo, compresi gli olimpionici. 

Altro leader di settore è Microtec, a Bressanone, numero uno per i sistemi di scansione per le segherie e l’industria della lavorazione del legno. Ha introdotto l’ultima tecnologia in fatto di misurazione in 3D del legno, per esempio telecamere stereoscopiche riescono a misurare il volume dei tronchi caricati su un autocarro mentre è in movimento, consentendo così la determinazione immediata e precisa del volume caricato. Con un tomografo computerizzato il tronco è ricostruito digitalmente  ottimizzandone il taglio. A fondarla Federico Giudiceandrea, ingegnere elettronico, che da studente aveva un sogno: lavorare nella Durst, allora attiva – a Bressanone – nel mondo delle macchine fotografiche. Poi l’azienda andò in crisi per l’avvento del colore, ma proprio dalle sue ceneri nacquero plurime fenici specializzate nel campo della visione.

Oggi in tutto sono sette (Durst Group, TTControl, Microtec, Alupress, Microgate, Mpd, Barbieri Electronics), riunite nel consorzio di Bressanone Covision Lab, a guidarlo è Franz Tschimben. CovisionLab è nato nel 2019, “da tempo era nell’aria l’idea di un centro di r&d. Il mio ingresso in azienda ha accelerato il processo. I fondatori hanno identificato due settori comuni di investimento: computer vision e machine learning. A dire il vero, i sette imprenditori già lavoravano su questi fronti, ma in autonomia. Covision Lab è nata dalla consapevolezza che tutti avrebbero tratto vantaggi dall’aggregarsi nel nome di una ricerca condivisa, con operazioni di open innovation”, spiega Tschimben.

NOI Techpark

Questo centro di innovazione dialoga con il più ampio NOI Techpark, il parco dell’innovazione altoatesina avviato nel 2017 grazie a un  investimento da 124 milioni di euro (tutti fondi pubblici). Accorpa 70 enti fra aziende, start up, istituti di ricerca e università, il quartiere cresce al punto che “nel 2024 contiamo di ospitare 1500 persone, 600 in più rispetto alle attuali. Aggiungeremo la facoltà di Robotica e IA” spiega  il CEO Ulrich Stofner. In questo distretto si fa trasferimento tecnologico creando un ponte fra ricerca e impresa, accade  anzitutto in quattro aree strategiche: alimentare, digitale, automotive, verde. Che vuol dire sviluppo della mobilità sostenibile, robotica, agroautomazione, IA. Altro pilastro è la tecnologia verde, si va dalle tecnologie legate all’acqua a quelle per ll’efficientamento energetico. Qui entra in campo Inewa, una Esco (Energy Service Company) e che in quanto tale è attiva nel sostenere la transizione energetica. Lanciata da Nikolaus Widmann due anni fa, Inewa ha realizzato oltre 70 progetti, ha 30 impianti di proprietà, un portfolio di oltre 250 clienti attivi per un valore contrattualizzato della produzione di oltre 100 milioni di euro.

“Io mi batto per un Sud Tirolo sempre più sostenibile – prosegue Oberrauch -. Dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione. Tra l’altro abbiamo il vantaggio che tante aziende operative nella sostenibilità sono proprio nella nostra area, penso a Intercable (Brunico), specializzata nella componentistica per auto e strumenti per la motricità elettrica. Stesso discorso per Alpitronic che produce colonnine di ricarica veloce per veicoli elettrici. La lista prosegue”.

Chiudiamo ricordando un altro elemento di forza di questa provincia del Nord Est: l’amore sconfinato, che si traduce in difesa e tutela, del proprio territorio. Qui la montagna non si è spopolata, è ricca e non solo per via della vocazione turistica. I pendii sono disseminati di masi, le tipiche case in legno e pietra dei contadini di alta quota, con annesse stalle e fienili. Contadini attivi e che dunque danno linfa alle vallate, lo testimoniano i prati: puri giardini. Il lusso del praticare l’agricoltura in montagna lo si deve al fatto che spesso i contadini lavorano anche nelle aziende delle vallate disposte a offrire la flessibilità dell’orario per consentire ai dipendenti di condurre le operazioni legate alla gestione di un maso. Una manovalanza eccellente che non si è voluta disperdere. 

Anna Franini
Anna Franini
Anna Franini, giornalista di Forbes e il Giornale. Scrive storie di Leadership, Imprenditoria, Innovazione. Intervista fondatori di aziende miliardarie, Premi Nobel, Breakthrough, Academy Awards, Pulitzer, Pritzker.
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