Il Miglio Blu

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La  cantieristica è un segmento determinante dell’economia del mare che in Italia genera 52,4 miliardi di valore aggiunto da sommarsi ad altri 90,3 per l’effetto moltiplicatore pari a 1,7, che sale a 2,5 per la cantieristica (ergo per ogni euro prodotto se ne attivano altri 2,5). E La Spezia brilla tra le città tinte di blu.  E’ al primo posto assoluto in Italia per incidenza delle imprese dell’economia del mare sul totale provinciale con più di 3 mila aziende coinvolte di cui il 47,4% attive  nella cantieristica, e dei 12.600 addetti sono circa  seimila a trovare impiego nella cantieristica. L’economia del mare – o blu economy per gli amanti degli anglicismi – genera a La Spezia 757,3 milioni di euro di valore aggiunto, collocando la città al quarto posto a livello nazionale e al primo nella filiera della cantieristica.

Sulla base di questi numeri, La Spezia si presentò all’Expo Dubai come capitale mondiale della nautica forte di un marchio,  Miglio Blu –  La Spezia Nautical District, registrato proprio nel marzo 2022. Un marchio collettivo,  e ancora in fieri, in cui  si identificano i più grandi grandi cantieri nautici, centri di ricerca e università del territorio, realtà d’eccellenza situate proprio lungo un miglio di costa, presto ciclabile e probabilmente d’un blu luminescente se decolla il sistema di illuminazione autosufficiente grazie al quale la luce catturata di giorno viene restituita la notte. Già hanno aderito al Miglio Blu Sanlorenzo Yachts, Riva-Ferretti Group, Baglietto, Cantieri Navali di La Spezia, The Italian Sea Group, Fincantieri e Antonini Navi. E ancora, Porto Lotti,  fornitore di tutti i servizi necessari ai diportisti, enti di ricerca internazionali come la NATO con il CMRE e il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale, CSSN – Marina Militare, scuole di alta formazione che tutt’uno con i centri di ricerca saranno chiamate a trasferire alle aziende le competenze tecnologiche. Un ecosistema  che sta prendendo forma nel Golfo dei Poeti laddove siede La Spezia. 

E’ proprio in quel tratto di costa che si collocano le maggiori aziende della nautica tricolore, qui operano quattro dei primi cinque cantieri che costruiscono imbarcazioni superiori ai 24 metri, svettanti nelle posizioni di testa delle classifiche internazionali di settore,  con apice in Azimut-Benetti.

Secondo le stime di Confindustria Nautica l’intero settore della nautica da diporto italiana, sommando produzione della cantieristica, della componentistica, degli accessori e dei motori marini, vedrà un  2022 chiudersi  con un fatturato oltre i 7 miliardi, 3,3 dei quali indirizzati all’export. Numeri senza pari e precedenti e ai qual contribuisce massicciamente La Spezia.

Abbiamo menzionato l’attività cantieristica attorno alla quale gravitano però strutture produttive e di servizio funzionali al diporto. Si va dal settore tessile agli arredi, dalla produzione e installazione di macchine e apparecchiature ai prodotti in metallo, dalla meccanica alla strumentazione. “Alla nautica è connessa, inoltre, un’ampia gamma di servizi turistici e portuali, che va dalle scuole nautiche al trasporto delle imbarcazioni, dal rimessaggio al refit. Un combinato disposto che vale il 44% del giro d’affari (contro il 56% della produzione) e che rende la nautica molto più rilevante di quanto emerga dalle statistiche ufficiali, che non ne fanno percepire il reale valore economico e occupazionale e quindi non permettono di misurarne e apprezzarne la portata. L’insieme delle attività della filiera non è censito e non si ha, dunque, esatta contezza dell’insieme delle lavorazioni correlate”, osserva  Davide Mazzola, presidente della CNA provinciale (confederazione nazionale dell’artigianato). Dichiarazioni raccolte durante il B2BMare La Spezia messo in campo dalla locale Confindustria, tutt’uno con CNA, e che dato il successo verrà replicato il prossimo 23 novembre. Perché c’è un pulviscolo di micro, piccole e medie imprese che si muove attorno ai giganti di settore, per questo si pone la necessità di gettare ponti, connettere e creare filiere: ponti anche extra-provinciali poiché la richiesta dei committenti è cresciuta a tal punto che la domanda difficilmente ora può essere soddisfatta entro la provincia. 

AZIENDE 

Baglietto 

Tutto prendeva il via  nel 1854, nel capanno di un orto di Varazze, a pochi metri dal mare: qui Pietro Baglietto iniziava a costruire piccoli scafi di gozzi e canotti realizzando la prima barca da regata, il cutter Rosy, su commissione del conte Giuseppe Ponza di San Martino. E’ poi entrata nella storia aziendale Barchetta, imbarcazione classe 1888 offerta in dono a Papa Leone XIII. All’alba de Novecento, Baglietto era un marchio che richiamava nomi altrettanto potenti, come quello di Giacomo Puccini che fra una battuta di caccia e un’opera, bello di fama e qualche sventura,  volendo solcare i mari si fece realizzare un 44 metri. Con le guerre, Baglietto faceva di necessità virtù creando motoscafi armati siluranti, archiviata la fase bellica ritornava alle barche da regata e da diporto. Nel 1981 Pietro Baglietto, omonimo pronipote del fondatore del cantiere, cedeva l’azienda al Gruppo Rodriquez. Dopo cambi di gestione, e alterne vicende, nel 2012 Baglietto viene acquisito dalla famiglia Gavio. E’ l’inizio di una nuova rotta

FGS 

La Fluid Global Solutions, lanciata dodici anni fa da Alessandro Biggio, è specializzata nel campo delle pompe e dei motori elettrici nel settore navale, industriale e civile. Conta 3mila clienti, tra armatori, cantieri navali e manutentori, fornitori specializzati, cartiere e raffinerie, consorzi e gestori acque. Processa 5mila ordini all’anno per un mercato non solo europeo, ma dove è l’Italia a primeggiare. 

SuperficiLab

Nata nel 2016, ha preso forma dall’incontro – al Polo Universitario Marconi di La Spezia – di Paolo Nazzaro, Davide Telleschi e Guido Zannoni. Abbandonato il bozzolo della start up, SuperficiLab ha ora acquisito lo status di impresa a tutti gli effetti diventando un  riferimento nei servizi 3D per la nautica: a suo favore, il fatto di essere stata una delle prime aziende a introdurre la manifattura additiva nel settore nautico. Realizza componenti di bordo, modelli in scala, prototipi, scansioni tridimensionali di imbarcazioni. Funzionalità ed estetica si fondono nella manifattura additiva, eliminando la necessità di stampi per la produzione e minimizzando gli scarti di lavorazione.

Solmec Group 

E’ nata come società per lavorazioni meccaniche e allestimenti navali, quindi  produzione e montaggio in opera di manufatti di carpenteria in ferro, acciai inossidabili, leghe leggere. Il core business risiede ancora nel Navalmeccanico, ma lo spettro d’azione si è nel frattempo allargato a forniture e prestazioni nel settore Industriale e Civile per piccole, medie e grandi costruzioni. Un ufficio tecnico interno copre la parte di progettazione, personalizzazione e sviluppo. Brilla il reparto di trattamento degli acciai inossidabili, pensato per offrire quei trattamenti che migliorino l’estetica aumentando al contempo la protezione, si va dall’anodizzazione alla aromatizzazione, zincatura, cromatura e nichelatura.

Sub Mariner

L’azienda viene fondata negli anni Ottanta da tre soci con un passato nel campo militare e che subito avviano collaborazioni con i cantieri e le realtà militari locali. In tempi più recenti, pur mantenendo sempre vivo l’interesse per le manutenzioni ordinarie e straordinarie delle condotte sottomarine, quali ad esempio quelle delle Cinque Terre e dei comuni limitrofi, per le perizie e le riparazioni navali in rada ed in porto, Sub Mariner copre il segmento dei  lavori marittimi e di dragaggio, con interventi subacquei di ispezione e manutenzione cavidotti. Oltre a queste attività, esegue interventi come, la messa in bacino di navi, la tamponatura di falle, i servizi video fotografici subacquei, la rimozione e sostituzione di eliche e di strumentazione navale, e di altri materiali di diversa natura, carotaggi, posa di panne antinquinamento e di contenimento per dragaggi. Dal 2016 Sub MAriner vede in Laura Lorenzetti, figlia del fondatore Mauro, il suo amministratore unico.

IBS 

Dal  4 giugno 1990, crea modelli per fonderia, modelli navali statici in scala, modelli navali animati in scala, prototipi di imbarcazioni e modelli e prototipi industriali, plastici di edilizia residenziale, plastici per architettura, navi da modellismo radiocomandato.  L’avventura, come ama definirla il co-fondatore di IBS, Domenica Iaria, iniziava dopo 27 anni da dipendente e un colpo di fulmine per il disegno e la modellistica, scintilla che s’accese visitando l’officina di un amico. Fondata con il socio Roberto Bini, IBS ha conosciuto inevitabili cambi di metodi, strategie e uso di materiali. Ma una cosa è certa, osserva Iaria, “le basi rimangono le stesse. Prima di passare alla macchina, dobbiamo creare un pezzo pre-lavorato impiegando la tecnica di sempre, antica,  così come il processo si chiude con rifiniture condotte manualmente”.

Anna Franini
Anna Franini
Anna Franini, giornalista di Forbes e il Giornale. Scrive storie di Leadership, Imprenditoria, Innovazione. Intervista fondatori di aziende miliardarie, Premi Nobel, Breakthrough, Academy Awards, Pulitzer, Pritzker.
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