HomeStorie di TerritoriFabriano, la città della carta

Fabriano, la città della carta

on

|

views

and

comments

E’ questo il caso in cui, in tema di imprenditoria, non è il capoluogo di regione, ma un centro di provincia a mangiarsi la scena: se non nei fatti, sicuramente nell’immaginario comune. Perché dici imprenditoria anconetana e la mente va dritta a Fabriano: 30mila abitanti, in provincia di Ancona, dal secondo dopoguerra terra di cappe aspiranti ed elettrodomestici, e da 759 anni icona dell’arte della carta, appresa – pare – dagli Arabi fatti prigionieri durante le scorribande lungo l’Adriatico. La carta di Fabriano è un patrimonio d’Italia al quale ricorsero nomi come Michelangelo Buonarroti e Ludwig van Beethoven, il compositore dell’Inno alla Gioia su questa carta impresse le note della sua ultima Sonata per violino e pianoforte a dimostrazione dell’ampia circolazione del prodotto considerato che il musicista operava a Vienna. Fautore dell’internazionalizzazione fu Pietro Milani il quale  intuendo che piccolo non è bello, ma solo piccolo, aveva accorpato più botteghe artigiane avviando una ditta a suo nome: la Pietro Milani Fabriano (PMF), trasformando l’arte della filigrana in industria. Su carta PMF Garibaldi scrisse lettere dalla sua Caprera, anche l’esigentissimo e incontentabile Gabriele D’Annunzio si affidò a Fabriano per i suoi bisogni cartai. Nel secondo dopoguerra l’azienda, che nel frattempo era stata nazionalizzata, diventava Cartiere Milani Fabriano fino all’acquisto, nel 2002, da parte del  Gruppo Fedrigoni, attivo nella produzione di carte speciali e di soluzioni nel mondo dell’autoadesivo. Si fa carta anche a  Senigallia dove è attiva dal 1947 la Fiorini International e Packaging, mentre a Loreto ha sede il  gruppo Tecnostampa. Si cambia genere, ma vale la pena ricordare che a Loreto opera il più grande studio di animazione tricolore, è Rainbow con una storia partita nel 1995 a  Recanati, il borgo  di Giacomo Leopardi, con il progetto Tommy & Oscarì. Iginio Straffi, patron di Rainbow, è inoltre l’artefice del Winx Club.

Nell’area anconetana, con concentrazione massima a Fabriano, si producono cappe aspiranti ed elettrodomestici, filiera che abbraccia imprese di forni, bruciatori e sistemi di riscaldamento, attrezzature di uso non domestico per la refrigerazione e la ventilazione. Si tratta di 143 unità locali che impiegano 6.210 addetti. Tessuto produttivo distrettuale che è andato ridimensionandosi per effetto delle delocalizzazioni e di crisi aziendali. Le esportazioni del distretto nel 2019 sono state di 845 milioni di euro, in calo del 52,9% rispetto al 2007 (praticamente un crollo).

Per il segmento elettrodomestici, spunta un nome chiave: Merloni. Si parte con  Aristide che nel 1930 rientrava nelle sue Marche, dopo essere migrato in Piemonte, per produrre bilance. Fondava quindi le “Industrie Merloni” concentrandosi, dal 1960,  sulle bombole del  gas e scaldacqua elettrici. Lanciava così il marchio Ariston, nome che traeva spunto dal proprio. Alla scomparsa nel 1970 gli subentravano i figli Vittorio, a capo della Merloni Elettrodomestici e dunque Indesit (poi ceduta a Whirlpool), Francesco, al timone della Merloni termosanitari e  dunque Ariston oggi Ariston Thermo Group. Infine Antonio alla guida della Merloni meccanica.

A Fabriano che si realizzano  gran parte delle cappe delle nostre cucine.

Si parte con Faber (ora parte del gruppo Franke), lanciata nel 1955 da Abramo Galassi come azienda specializzata nella lavorazione delle materie plastiche e delle resine sintetiche, passava poi alla produzione di cappe aspiranti per cucina conquistando la ribalta  con il primo modello in plexiglas. Altro marchio di rilievo è Elica, leader globale nella produzione di sistemi di aspirazione in cucina. L’azienda veniva fondata nel 1970 da Ermanno Casoli, veterinario con la passione per la meccanica e inventore della prima cappa aspirante Elica: la realizzò  nella sua casa di Fabriano. Alla scomparsa di Casoli, nel 1978 (aveva 49 anni), l’azienda passava alla moglie Gianna e al figlio Francesco che ne ha poi fatto una multinazionale con  ricavi da mezzo miliardo. 

Meccanica-elettronia

Il settore della meccanica-elettronica ha uno dei suoi vertici nel Gruppo Pieralisi, attivo dal 1888, anno in cui Adeodato Pieralisi fondava la prima officina nel borgo di Monsano. Dal secondo dopoguerra, nella sede principale di Jesi, l’attività si è concentrata sulla  produzione delle prime macchine olearie, aprendosi via via ad altri  settori dell’agro-alimentare e del trattamento delle acque, tanto da primeggiare globalmente nel campo della centrifugazione. Nel 2020 per accelerare i piani di sviluppo aziendale è entrato con un 51% di quote IDeA Corporate Credit Recovery II, fondo di Debtor-in-Possession Financing, gestito da DeA Capital Alternative Funds SGR, società del Gruppo DeA Capital.

Sul fronte della meccanica-elettronica si distinguono aziende come Cebi,  appartenente alla Cebi International, colosso con undici impianti in tre continenti. Nello stabilimento di Osimo si producono serrature, attuatori e serbatoi per autoveicoli in testa Bmw, Fiat-Chrysler e Volkswagen. Altro nome di punta del settore è la Zannini Spa, fondata a Castelfidardo nel 1963 e specializzata nella produzione conto terzi di minuterie metalliche tornite e componenti meccanici di precisione, esegue  inoltre lavorazioni meccaniche di precisione e assemblaggi. Copre i settori dell’automotive, delle serrature, dell’elettromeccanica, dell’idraulica, dell’utensileria a motore e della pneumatica. Conta quattro sedi e 250 addetti in totale.

Cantieristica navale

Nella città di Ancona è in forte espansione  la cantieristica  navale si va da Fincantieri a Cantiere delle Marche Spa (divisione CRN) e Palumbo superyachts. Intorno si muovono importanti aziende logistiche come la  Frittelli Maritime Group con Alberto Rossi come AD. Il nome di Rossi è inoltre legato al progetto Eagle per la riqualificazione dell’intera area portuale della città.

Per l’agroalimentare non si può non menzionare la Fileni fondata da Giovanni Fileni: incarnazione di una bella storia all’italiana. Classe 1940, cresciuto in una famiglia di mezzadri nella campagna della Vallesina, a 14 anni, il prode Giovanni inizia a lavorare come meccanico in una officina di motociclette, tempo quattro anni e ne crea una in proprio. Nel frattempo rispolvera le abilità apprese in famiglia e si apre al settore degli allevamenti avicoli aprendo il primo capannone per l’allevamento di 5000 polli da vendere porta a porta alle casalinghe della Vallesina. Nel 1967, a Jesi, inaugura un negozio di vendita diretta di polli: il primo mattone di un’azienda che oggi è il terzo player nazionale nel settore delle carni avicole e primo produttore in Italia di carni bianche da agricoltura biologica.

Anche la Trevalli Cooperlat prende forma a Macerata negli anni Sessanta per iniziativa di un conte e di un marchese. Il nome dl marchio richiama la terna di valli dei fiume Esino, Potenza e Chienti. L’azienda cresce e diventa qualcosa di altro e soprattutto di più rispetto al punto di partenza considerato che brilla tra i primi gruppi lattiero-caseari italiani. 

Ancona vive però un paradosso. Accoglie nel raggio di pochi chilometri tre infrastrutture importanti come porto, aeroporto e interporto, ma le Marche rimangono sostanzialmente isolate dal resto dell’Italia. “Ancona permane una delle città con più ore di viaggio che la separano da Milano capitale economica d’Italia” lamenta Pierluigi Bocchini, presidente di Confindustria Marche Nord. “È urgente e necessario valorizzare l’aeroporto sia per il traffico passeggeri che per quello merci: un aeroporto che funziona è un volano non solo per il turismo, ma anche per le aziende del territorio. Occorre costruire attorno all’aeroporto un sistema Marche fatto di turismo enogastronomico, balneare ma anche connessioni rapide e sicure al sistema manifatturiero” ancora Bocchini che punta l’indice su “una linea adriatica completamente dimenticata. Si  continua ad escludere questa parte dell’Italia dall’alta velocità, che continuerà a fermarsi a Bologna per proseguire solo verso Firenze. Risultato: le Marche verranno inevitabilmente tagliate fuori da tutti i flussi Nord/Sud che viaggeranno lungo la Bologna/Firenze/Roma/Napoli/Bari”.

Anna Franini
Anna Franini
Anna Franini, giornalista di Forbes e il Giornale. Scrive storie di Leadership, Imprenditoria, Innovazione. Intervista fondatori di aziende miliardarie, Premi Nobel, Breakthrough, Academy Awards, Pulitzer, Pritzker.
Condividi il post
Tags

Da non Perdere

Lei è uno bravo! Federico Marchetti

Federico Marchetti (Ravenna, 1969) è una delle punte dell’imprenditoria digitale. Fondatore del Gruppo YOOX NET-A-PORTER (venduto per 6 miliardi a Richemont), ha portato la...

Ceramiche d’eccellenza

L’80% della ceramica di casa nostra viene prodotta in Emilia Romagna, con apice nella provincia di Modena tra Sassuolo, Fiorano Modenese, Formigine, Frassinoro, Maranello,...

Sì. Viaggiare …. viaggio

Dici Italia, aggiungi Belpaese, e nell’immaginario di tanti stranieri prende forma un’area: la Toscana, set di film, magnete di capitali stranieri, e di tale...

Articoli Recenti

Post Simili

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

error: