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Diana BRACCO – 1 milione di euro al talento

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Tre presidenti di Confindustria, Antonio D’Amato, Emma Marcegaglia e Giorgio Squinzi, l’hanno scelta come vice affidandole la delega per la Ricerca & Innovazione. Prima ancora, era stata eletta (all’unanimità) presidente di Federchimica e di Assolombarda, unica donna nella storia delle due associazioni. Si chiama Diana Bracco ed è al timone dell’omonima multinazionale della salute: fondata nel 1927 da nonno Elio, 1,3 miliardi di euro di fatturato, 3400 dipendenti e un patrimonio di oltre 1800 brevetti, è leader internazionale nella diagnostica per immagini basti pensare che nel mondo una procedura diagnostica a raggi x su tre è fatta con mezzi di contrasto Bracco. 

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Tramite la Fondazione Bracco, Diana Bracco sostiene la  cultura, l’arte, la scienza, l’ambiente. E con particolare convinzione i giovani, quelli di talento. Ogni anno il suo Gruppo investe in R&I il 9% del fatturato di riferimento. Ma c’è una novità. Debutta quest’anno il Premio Felder, una borsa di studio di 1 milione di euro in 5 anni. 

Perché ha deciso di intitolarla a Ernst Felder?

Mancato di recente a 96 anni, Felder è stato alla testa della Ricerca di Bracco. A lui, si deve l’invenzione del primo mezzo di contrasto non ionico che ha poi rivoluzionato la diagnostica per immagini a livello mondiale.

Cosa si aspetta dal vincitore della Borsa di Studio? E come l’avete selezionato?

Il Premio è una Call internazionale rivolta esclusivamente a giovani studiosi di nazionalità italiana, impegnati da almeno un triennio all’estero in attività didattica o di ricerca post dottorale nel settore della “chimica in flusso”. Tra le candidature, siamo arrivati a una short list di quattro eccellenze: ne selezioneremo una che  lavorerà al Politecnico di Milano a stretto contatto con la ricerca di Bracco.

Questo accade in un Paese che investe poco in ricerca.

Sono anni che “predico” che nelle leggi di bilancio del nostro Paese la ricerca non può essere la Cenerentola. E’ sconfortante che i soldi si trovino per misure assistenziali e non per università e innovazione che rappresentano il futuro. La nostra ricerca è sotto-finanziata. 

Così in tanti, spesso i migliori, fanno le valige per l’estero.

Ed è un problema che va affrontato con urgenza. Però non bisogna considerare questo fenomeno in modo solo negativo: per un ricercatore andare all’estero vuol dire anche completare la sua formazione, arricchire la propria esperienza, anche di vita. Il problema è che non c’è sufficiente reciprocità.

Cosa si deve fare allora?

I ricercatori dovrebbero tornare a essere considerati gli alfieri dello sviluppo della società godendo di uno status ambìto e di un ambiente favorevole. Ai giovani le Istituzioni dovrebbero infondere il fascino della scoperta e della creatività.

Per voi si apre un nuovo capitolo con l’acquisizione di Blue Earth Diagnostics. Un’operazione da 450 milioni di dollari e con J.P. Morgan in qualità di Advisor Finanziario Esclusivo.

La crescita del Gruppo Bracco non passa solo dai frutti della ricerca, ma anche attraverso acquisizioni che ci permettono l’ingresso in nuovi promettenti settori. I prodotti innovativi e la pipeline di BED arricchiranno in modo significativo il portafoglio di Bracco Imaging nella medicina di precisione e nella diagnostica personalizzata, espandendo al contempo la nostra gamma di soluzioni di imaging nucleare oncologico nel settore dell’Urologia e in altre specialità. 

Intelligenza Artificiale, Big Data, genomica, radiomica sono termini chiave del futuro della medicina personalizzata. Come vi state muovendo in tal senso?

La Radiomica abbinata alla genomica si pone come tecnica “personalizzata” al singolo paziente, non solo per la diagnosi, ma anche per la prognosi e per indirizzare il paziente alla terapia più efficace per lui. 

In futuro, grazie ai dati ottenuti dagli esami radiologici di tutto il mondo, sarà possibile arricchire la “storia clinica” di ogni singolo paziente e aumentare la predittività delle diagnosi: la prevenzione, insomma, sarà sempre più precisa e il rapporto tra salute, medicina e tecnologia è destinato a essere sempre più stretto. 

Che dire al nuovo Presidente di Confindustria? Quali sono le priorità per voi imprenditori?

Confindustria deve essere un forte pungolo all’azione di governo. Davanti al Pil che frena occorre pensare a una politica di medio termine che punti su sviluppo, ricerca, formazione, semplificazione, infrastrutture, giovani e che faccia recuperare la fiducia e ridia slancio al Paese. Cito l’ultima manovra di bilancio, che pure aveva elementi positivi come il rifinanziamento di Industria 4.0 e il passaggio dal metodo incrementale a quello volumetrico per il calcolo del credito d’imposta per la R&I che abbiamo salutato con favore. Peccato però che l’importo massimo per il credito legato alla ricerca sia stato abbassato da 10 a 3 milioni, che il beneficio fiscale sia stato spalmato su tre anni, che la percentuale del  contributo sia scesa dal 50% al 12%. E che la durata dell’incentivo sia al momento soltanto di un anno. Mi chiedo, come fanno gli imprenditori a investire con una simile incertezza?

Anna Franini
Anna Franini
Anna Franini, giornalista di Forbes e il Giornale. Scrive storie di Leadership, Imprenditoria, Innovazione. Intervista fondatori di aziende miliardarie, Premi Nobel, Breakthrough, Academy Awards, Pulitzer, Pritzker.
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