HomeStorie di Leader e ImprenditoriAndrea MORO, il Galileo della linguistica. A breve un libro con Chomsky

Andrea MORO, il Galileo della linguistica. A breve un libro con Chomsky

on

|

views

and

comments

Pensavate che il latino e il greco aprissero la mente come nessun’altra lingua? Sbagliato. Il senso patriottico si accendeva all’idea dell’italiano lingua musicale ed eufonica per eccellenza? Bene il patriottismo, però non è così che vanno le cose.  A spiegare questo ed altro, anzi, a  dimostrarlo con la tecnica delle neuroimmagini, è il  neurolinguista e scrittore Andrea Moro,  collaboratore stretto del più influente linguista vivente, Noam Chomsky.

In questa mia intervista, Andrea Moro spiega – per esempio – che abbiamo le istruzioni per apprendere e usare tutte le lingue della terra.  Entro sei anni apprendiamo la lingua con spontaneità ed una  facilità che va scemando di anno in anno tanto che già dalla pubertà per apprendere una lingua nuova servono studi (in qualche caso matti e disperati).

Nel corso dell’intervista, Moro fa ordine nella giungla delle leggende metropolitane sulla lingua. Qui riporto alcuni paragrafi utili.

Utile a un genitore:

Fino a che età è spontaneo l’apprendimento di una lingua?

«Siamo programmati per apprendere in modo spontaneo un numero elevato di lingue fino ai cinque/sei anni, poi l’apprendimento senza sforzo diminuisce gradualmente fino alla pubertà. Da quel momento l’acquisizione passa solo attraverso la via razionale, lo studio. Una cosa facilita imparare una lingua da adulti: conoscere molto bene la propria, quindi saperla descrivere. E non pensiamo che parlare la propria lingua equivalga a conoscerla».

Utile  per chi non osa e invece dovrebbe:

Come arrivò a Chomsky in persona?

«Scrivendogli da studente. E lui mi rispose suggerendomi di raggiungerlo. Avevo vinto una Borsa di Studio Fulbright, così andai al MIT di Boston. Per dire che gli studenti dovrebbero osare e bussare alla porta di chi intendono incontrare…

Utile per comprendere come si apprende una lingua:

I circuiti del cervello che servono per imparare le lingue, a un certo punto, decadono. Vogliamo spiegarlo?

«L’immagine dell’apprendimento non equivale a quella di una piantina che annaffio e che dunque cresce, semmai a quella di un albero con tante fronde che viene potato: dopo la potatura rimane la tua lingua. Studi di neurobiologia hanno verificato che la fase di apprendimento spontaneo del linguaggio consiste in un decadimento di circuiti cerebrali: per passare da zero all’acquisizione della lingua italiana, un bimbo deve potare dei circuiti, rimangono quelli della propria lingua».

Anna Franini
Anna Franini
Anna Franini, giornalista di Forbes e il Giornale. Scrive storie di Leadership, Imprenditoria, Innovazione. Intervista fondatori di aziende miliardarie, Premi Nobel, Breakthrough, Academy Awards, Pulitzer, Pritzker.
Condividi il post
Tags

Da non Perdere

Lei è uno bravo! Federico Marchetti

Federico Marchetti (Ravenna, 1969) è una delle punte dell’imprenditoria digitale. Fondatore del Gruppo YOOX NET-A-PORTER (venduto per 6 miliardi a Richemont), ha portato la...

Ceramiche d’eccellenza

L’80% della ceramica di casa nostra viene prodotta in Emilia Romagna, con apice nella provincia di Modena tra Sassuolo, Fiorano Modenese, Formigine, Frassinoro, Maranello,...

Sì. Viaggiare …. viaggio

Dici Italia, aggiungi Belpaese, e nell’immaginario di tanti stranieri prende forma un’area: la Toscana, set di film, magnete di capitali stranieri, e di tale...

Articoli Recenti

Post Simili

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

error: