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La Romagna ripartirà perché ha brio

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Proprio in questi giorni tremebondi per l’Emilia Romagna, è uscito per Forbes il mio servizio sulla Romagna e la sua Valle del Benessere. Lo rilancio consapevole dello spirito che contraddistingue queste terre operose, tenaci e proiettate  alla bellezza della vita. Un’attitudine che emerge anche in queste ore difficili in cui si lavora alacremente per dare sostegno agli sfollati, liberare le strade e le aree inondate dall’acqua e dal fango, con l’obiettivo di ripristinare ogni cosa al più presto.

E’ l’area più gioiosa d’Italia, tanto che il pessimismo disperato del poeta Giovanni Pascoli, celebre figlio delle terre di Romagna, fa dell’autore del “X Agosto” un ossimoro geografico. Al ritmo di valzer di “Lontan da te non si può star”, i Casadei hanno fatto ballare il liscio a tutto lo Stivale ricordandoci – inoltre – l’eccezionalità del vitigno Sangiovese. Questa è la Romagna con il suo carico di simpatia e giovialità, dotata di una riviera lungi dalle bellezze sarde, sicule o pugliesi e senza un entroterra di incanti come la vicina Toscana eppure grondante di turisti. Un miracolo? No, un modello di imprenditoria dell’ospitalità da studiare e replicare. 

Un altro prodigio si sta compiendo ormai da un ventennio, da quando nel 2003 venne posata la prima pietra della Wellness Valley (d’ora in poi WV): il primo Distretto internazionale per competenze sul benessere e sulla qualità della vita. Benessere che scaturisce da un regolare esercizio fisico, corretta alimentazione e attitudine mentale positiva. Temi che esulano da questa rubrica – alla 14esima puntata – sui distretti d’Italia? In realtà il benessere macina soldi, in Romagna il giro d’affari che vi ruota attorno nel solo 2021 ha generato un fatturato di 1,5 miliardi di euro, con un incremento del 31,1% rispetto ai volumi di dieci anni fa (così Unioncamere Emilia-Romagna). Altro aspetto non trascurabile che spiega i successi della WV: se la maggior parte degli  enti italiani nati per offrire un sostegno all’imprenditoria brancola nel buio di dati mai rilevati, nella WV invece è stato creato un osservatorio per elaborare dati e analisi così da mettere in campo strategie mirate. Perché per dirla con Lord Kelvin, padre dell’omonima unità di misura della temperatura, “non si può migliorare ciò che non si misura”. 

Questi i risultati delle misurazioni. In Romagna il 55% della popolazione è attiva contro  la media nazionale del 46%, e se il 30,6% degli Italiani è sedentario qui solo il 16%, il 10% consuma cinque  porzioni di frutta e verdura al dì mentre mediamente lo fa l’8% degli Italiani, il  numero di chi usa la bicicletta come mezzo di trasporto è doppio rispetto alla media nazionale (del 10%) e gli over 65 a rischio disabilità per  malattie croniche sono il 9,6% della popolazione romagnola ovvero la metà della media nazionale. In Romagna il 35% dei medici prescrive l’attività fisica come farmaco, percentuale che scende al 29% fuori regione. Nel frattempo il numero di studenti coinvolti in studi sul benessere e qualità della vita sono aumentati dell’11% rispetto al 2017. Numeri che hanno reso la WV un caso di studio anche finito sui tavoli del Word Economic Forum di Davos. 

Torniamo al miliardo e mezzo di valore generato. Chi lo produce e come? Nel solo 2022 i dieci eventi sportivi più importanti hanno prodotto 63milioni, si è trattato della Maratona di Ravenna, il Festival del Sole, Rimini Wellness, Rimini ginnastica in festa, Ironman, Novecolli,  Italian Bike Festival,  Fin Campionati assoluti di nuoto, Granfondo via del sale, Squali. Tante strutture preesistenti del territorio seguendo la filosofia della WV si sono dotate di servizi wellness e di competenze con focus sul benessere, una riqualificazione con importanti ripercussioni sul  fatturato ma anche sul paesaggio se si calcolano i chilometri di riviera ora attrezzati e resi vivibili per l’intero anno. Si calcola che l’incidenza  del settore del wellness sul totale dell’economia in Romagna sia pari al 3% quasi il doppio rispetto alla media italiana. Che tradotto in numeri vuol dire 4076 imprese wellness che impiegano 13299 addetti.

Dietro a tanto fermento c’è un uomo: Nerio Alessandri, fondatore di Technogym, l’azienda di Cesena leader mondiale nei prodotti e servizi per il wellness e la riabilitazione. Si stima che circa 35 milioni di persone utilizzino ogni giorno i prodotti Technogym che ha chiuso il 2022 con il record di ricavi pari a 721,5 milioni (+18% rispetto al 2021). All’alba del Duemila, Alessandri lanciò il progetto WV sollecitando  il territorio a mettere in moto iniziative centrate sulla qualità della vita della persona, operazioni coordinate dall’omonima Fondazione. L’appello è stato raccolto, oggi si è creata una rete di 250 attori fra pubblici e privati, dai centri termali e palestre a hotel, scuole, università e 75 comuni. 

Bene ma non basta. Alessandri ha un sogno: estendere tale modello all’Italia intera facendone il Paese del benessere, oltre che del Bello che di fatto aiuta comunqnue a star bene. Nel 2012 discusse di questo con l’allora presidente Giorgio Napolitano venuto a Cesena per inaugurare il Technogym Village. E proprio in tempi recenti si stanno gettando ponti oltre confine per cercare di creare comunità wellness nel mondo.

“La diffusione della cultura del wellness in un territorio – spiegano dalla Fondazione – crea un circolo virtuoso con benefici significativi per gli individui, in termini di migliore salute e qualità di vita; per le imprese, sotto forma di maggiore competitività grazie a collaboratori più creativi e produttivi; per i governi e collettività, grazie alla prevenzione e alla conseguente riduzione della spesa sanitaria dovuta alle cure”.

In Italia non mancano certo strutture centrate sul benessere o che comunque ne tengono conto, anzi ne stanno fiorendo di innovative, si va da Cerva16 a Milano, eccellenza nel campo della medicina funzionale, potenziativa, rigenerativa e anti-aging alle strutture che adottano il metodo Chenot, è sensibile al tema anche il Trentino Alto Adige, ma solo in Romagna si è messo a sistema ciò che già era in essere potenziandolo con  azioni mirate e coordinate. E stando ai fatturati, pare proprio ne valga la pena.

Anna Franini
Anna Franini
Anna Franini, giornalista di Forbes e il Giornale. Scrive storie di Leadership, Imprenditoria, Innovazione. Intervista fondatori di aziende miliardarie, Premi Nobel, Breakthrough, Academy Awards, Pulitzer, Pritzker.
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