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Marcegaglia, stirpe d’acciaio

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Ho avuto una grande fortuna: nascere povero”. Parole di Steno Marcegaglia, mentre il racconto dell’aneddoto è del figlio Antonio, Presidente e Ad di Marcegaglia Steel, azienda leader del siderurgico italiano ed europeo che si sintetizza nella formula 10.1.0.0.0 nel senso che sta per toccare i 10 miliardi di fatturato, 1 miliardo di ebitda,  ha 0 debiti e aspira a 0 emissioni e 0 infortuni. Il quadro si completa con 7500 dipendenti, 37 stabilimenti in quattro continenti e 15mila clienti, numeri che fanno del Gruppo la vetta mondiale nel settore della trasformazione dell’acciaio e  nella produzione di tubi saldati in acciaio inox nonché leader d’Europa nella produzione di tubi saldati in acciaio al carbonio.

Antonio Marcegaglia entrava giovanissimo in un’azienda che alla fine degli anni Ottanta contava poco più di mille dipendenti

Antonio (1963) e la sorella Emma, con cui condivide la guida del Gruppo, non sono nati poveri, ma a forgiarli è stato comunque un ambiente improntato alla concretezza del fare. Piedi per terra e  sguardo oltre la linea di partenza, bagaglio di conoscenze acquisite in Bocconi, dove si laureava col massimo dei voti a 23 anni, Antonio Marcegaglia entrava giovanissimo in un’azienda che alla fine degli anni Ottanta contava poco più di mille dipendenti e non arrivava all’odierno mezzo miliardo di fatturato. “Non nego il privilegio di aver potuto condividere con mio padre un percorso lavorativo di 27 anni saldando i valori professionali con quelli umani, penso che questo sia all’origine del nostro successo”, osserva. Curiosità, a cena, quando il giorno tramonta e si scaricano le tensioni del dì, di cosa si parlava nella dimora di questo triumvirato di capitani d’impresa? “Di azienda, pur con qualche lamentela di mamma, donna che ancora oggi associo all’immagine di squisita tenerezza. Papà era l’immediatezza, semplicità e umanità  fatte persona, qualità scontate per noi figli, ma poi ho compreso che erano merce rara”. 

“L’incontro dopo la liberazione è stato il momento più intenso della nostra famiglia”

La prima pietra dell’impresa veniva posata nel 1959 con lo stabilimento di Gazoldo degli Ippoliti, nel mantovano, dove mesi fa è stata inaugurata Casa Marcegaglia, un innovativo percorso museale sulla famiglia e sull’acciaio. Inteneriscono le foto di Antonio e Emma fanciulli, d’estate, sulle spiagge di Jesolo, “abbiamo avuto un’infanzia e giovinezza semplici, di assoluta normalità. Si andava in campeggio con gli amici e i compagni di scuola”, che spesso erano i figli dei dipendenti dell’azienda. Tanta normalità si sbriciolava in un colpo nel 1982 con il rapimento di Steno: 51 giorni di prigionia, la fuga e poi conquista della libertà. “L’incontro dopo la liberazione è stato il momento più intenso della nostra famiglia. Eravamo riuniti nel salotto di casa, saluti, abbracci, narrazioni, occhi lucidi”, è notte fonda, il signor Steno si riprende dal bagno di emozioni e chiede al figlio e ai collaboratori – “risollevati ma sfiniti” – il resoconto aziendale dei due mesi d’assenza. E’ presto fatto l’identikit di Casa Marcegaglia.

Quando l’acciaio si fa arte

L’ufficio racconta chi sia il Presidente. Arredi spartani e pragmatici in acciaio inossidabile, apparecchiature high-tech, quindi manufatti e opere d’arte da tutto il mondo, dall’estremo Oriente all’estremo Occidente, è ampio lo spettro delle epoche storiche,  si spazia dagli Etruschi a Medhat Shafik, artista egiziano contemporaneo, fino al toscano Vitò Tongiani. Di fatto, i Marcegaglia sono attivi mecenati nella città che è un potente  lascito firmato Gonzaga (“sarò banale, ma è lo skyline della città lo scorcio di Mantova che ho sempre negli occhi. Piazza delle Erbe, poi, è un gioiello”). Sostengono il Festival della Letteratura e quello musicale Trame Sonore fondato 11 anni fa da Carlo Fabiano. “Trame Sonore è un’eccellenza che accompagniamo dalla nascita. Siamo appassionati di musica, ma siamo poi convinti che l’imprenditore moderno debba contribuire al benessere sociale, culturale e economico del territorio in cui opera, è moralmente giusto. Ci piace investire nelle iniziative di grande contenuto, valore e slancio. Il festival Trame Sonore risponde a questi criteri, è diventato una realtà dal respiro internazionale, innova e aggrega, è orientato ai giovani e destinato anche a un pubblico non specialistico”. E di fatto, nei cinque giorni di festival ovunque posi lo sguardo vedi spettatori che sciamano, gente che corre di luogo in luogo per delibare i 150 concerti offerti da 350 musicisti e . Tutto questo accade nei più bei palazzi, chiese e cortili di Mantova, da Palazzo Te al Ducale, fra Mantegna e Rubens, Leon Battista Alberti e Giulio Romano, giardini segreti e piazze, con apice nel teatro Bibiena. L’edizione 2023 ha attratto 50.000 spettatori. 

Triennale

La sensibilità per il bello dei Marcegaglia si ritrova anche nel 2009 quando l’azienda, insieme alla Triennale di Milano, per festeggiare il cinquantesimo dalla fondazione del Gruppo, “commissionò a giovani artisti che avevano familiarità con l’acciaio la realizzazione di opere ad hoc per l’esposizione Steellife, alla quale invitammo amici, dipendenti, collaboratori: fu una grande festa”.

L’Academy

Uno dei motti dell’azienda è “Crescere”. Una crescita equilibrata e autofinanziata, solida e attenta alle persone, improntata alla logica dei risultati e delle performance, ma ancor prima alla sostenibilità economica e ambientale”. Il grande tema dell’imprenditoria 5.0 è il capitale umano spesso non allineato alle richieste di un mondo che cambia velocemente. Anche da questa istanza muove l’Academy, nata per “sviluppare competenze in linea con un contesto complesso, fatto di cigni neri che non devono però condizionarci. L’Academy vuole rafforzare le competenze delle persone di oggi, lavorando anche a quelle del futuro e ambisce ad essere un riferimento per strutturare e capitalizzare il patrimonio di conoscenze”. Poi la stoccata. “Trovo che certo modo di interpretare il lavoro, il grado di resilienza e di tenacia, la propensione al dettaglio e l’attitudine all’analisi siano elementi che, ahimè,  spesso si tende a sottostimare. Per questo è utile, oltre che opportuno, che anche l’impresa, e non solo le istituzioni deputate, dia un contributo”. L’aspirazione è che “vi siano corsi destinati sia ai nostri collaboratori sia a chi ambisca a fregiarsi del riconoscimento di aver frequentato la nostra Academy. Vorremmo poi far confluire tutte le conoscenze e informazioni in una libreria digitale. Offrire una formazione specifica, ma con lo sguardo aperto, verso nozioni anche di geopolitica”. E ancora, un obiettivo oltre il perimetro aziendale: “creare una rete fra le Academy italiane per alimentare la cultura d’impresa”. E’ il sogno di un capitano d’azienda in controtendenza con tanta imprenditoria nostrana: in Marcegaglia non si cedono pezzi, semmai si acquistano. Il 2023 si è aperto con il gran colpo: l’acquisizione dell’intera divisione prodotti lunghi di Outokumpu, compresa. Per la prima volta nella sua storia, l’azienda ha investito nella produzione primaria di acciaio, in un’operazione strategica dal forte valore simbolico: nel 1913, infatti, proprio a Sheffield nasceva e si sviluppava l’acciaio inossidabile.

Anna Franini
Anna Franini
Anna Franini, giornalista di Forbes e il Giornale. Scrive storie di Leadership, Imprenditoria, Innovazione. Intervista fondatori di aziende miliardarie, Premi Nobel, Breakthrough, Academy Awards, Pulitzer, Pritzker.
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