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Nella valle dei microchip

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Sicily Valley, Etna Valley, slogan, calembour nel segno di Sicily-silicio-Silicon, pioggia di proclami in quel laboratorio di politica che è sempre stata la Sicilia. Sogni:  infranti, ma che pare si stiano ricomponendo. Ma qual è lo stato di salute del polo dell’innovazione di Catania e dintorni, per intenderci della fu-Etna Valley? Cosa succede nell’area nota per la fabbricazione dei pezzi più contesi al mondo, vale a dire i microchip? Ebbene, al netto di un percorso tortuoso, fatto di picchi e poi cadute, sembra che la selva oscura sia alle spalle e che sia stata ritrovata la retta via. Perché alle pendici dell’Etna è tornato a ruggire il leone STMicroelectronics, azienda leader nel campo dei componenti a semiconduttore, colosso italo-francese che nella Sicilia degli anni Novanta seppe innescare .- con netto anticipo sui tempi – un circolo virtuoso che vide università, centri di ricerca e aziende operare sinergicamente nel comparto high-tech. Il gran timoniere fu Pasquale Pistorio, l’ingegnere che dopo una carriera all’estero rientrava in Italia per guidare il Gruppo SGS, società di microelettronica che Pistorio fuse con il ramo semiconduttori della francese Thomson. Nasceva così la STMicroelectronics con un polo, appunto, anche a Catania. Dopo tanto furoreggiare, ahimé il tracollo all’alba del nuovo millennio, non di STMicroelectronics, sempre in vetta, ma dell’ecosistema fiorito attorno. 

Procediamo con ordine, partendo da questa rinascita cui dà ossigeno l’European Chips Act, messo a punto per alimentare lo sviluppo dell’industria europea dei semiconduttori. Forte di un investimento di 5 miliardi di euro, di cui 2 miliardi dallo Stato italiano, la STMicroelectronics sta per costruire a Catania un Silicon Carbide Campus, che integrera’ verticalmente in un unico sito gli impianti manifatturieri per la produzione su larga scala di dispositivi in SiC,  rispondendo alla domanda per applicazioni automotive, industriali e di infrastruttura cloud da parte dei clienti che passano all’elettrificazione e cercano maggiore efficienza. 

Si investe su un’eccellenza affermata globalmente, in campi come l’auto ma anche lo spazio e leader mondiale proprio nel carburo di silicioe proprio a Catania, che già oggi  ospita il più grande centro di R&S e produzione per il SiC di ST. 

Passo indietro.

E’ un’area, questa, che come Pompei emerge dalla lava che la sommerse  all’inizio del nuovo millennio, epoca in cui vennero spazzate vie le realtà qui calamitate proprio da STMicroelectronics, e tante nacquero per gemmazione. Proprio per non disperdere tanto patrimonio, nel 2008 è stato lanciato il Distretto Tecnologico Sicilia Micro e Nanosistemi, società consortile che raccoglie intorno a sé gli atenei di Catania, Messina e Palermo, le principali strutture di ricerca ed è partecipata (per il 46,32%) da imprese come StMicroelectronics, Sifi, Italtel, Engineering, Ismett: si opera nella microelettronica, nel settore dei materiali innovativi nano-strutturati, farmaceutica e ICT. E se il secondo decennio profumava di ripresa, quello in corso viaggia con il vento in poppa e vede ricomporsi l’ecosistema. 

ESEMPI

Risale al 2016 la fondazione di Antech Space, attiva nel settore delle telecomunicazioni satellitari, con soluzioni all’avanguardia per antenne di terra fisse e mobili fino alla banda Ka, il squadra  si occupa della progettazione, realizzazione, installazione e test del sistema completo. Collabora con ESA, Leonardo, il Ministero della Difesa ed altri player internazionali del settore. 

Nel catanese stanno tornando a scommettere anche le multinazionali. Il caso di Tecnoprobe, attiva nel testing dei microchip. Nel 2022 ha posizionato qui la sua quarta sede italiana, la prima fuori dai confini lombardi, si tratta di un nuovo Design Center per potenziare le attività dei team che progettano le soluzioni tecnologiche dell’azienda. Nel novembre 2023 Tecnoprobe ha inoltre firmato con Teradyne, società leader nella progettazione e produzione di sistemi di testing automatizzati, un accordo per un’operazione congiunta (acquisti reciproci di rami aziendali). La stessa Teradyne ha una sede a Catania. 

Eda Industries, azienda internazionale che offre soluzioni e servizi di burn-in, affidabilità e test per l’industria dei semiconduttori, sta qui realizzando  una nuova e più ampia sede in consegna i primi mesi del 2025, a un soffio dalla StMicroelectronics. Il primo piano ospiterà il laboratorio elettronico, mentre nel secondo saranno collocati gli uffici di progettazione e le sale riunioni. Fondata nel 1993, EDA Industries ha il suo quartier generale a Rieti più diramazioni in Italia, Singapore, Filippine, Malesia, Cina e Marocco. Ad oggi l’azienda ha installato oltre 600 sistemi in più di 25 paesi nel mondo, investendo nella realizzazione di prodotti capaci di testare sia dispositivi assemblati, sia sotto forma di Wafer.

Nel 2022 anche  NXP Semiconductors ha inaugurato il nuovo Centro di Ricerca e Sviluppo a Catania. Entrambi saranno focalizzati sulle tecnologie analogiche.

Anna Franini
Anna Franini
Anna Franini, giornalista di Forbes e il Giornale. Scrive storie di Leadership, Imprenditoria, Innovazione. Intervista fondatori di aziende miliardarie, Premi Nobel, Breakthrough, Academy Awards, Pulitzer, Pritzker.
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