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La Sicilia che non t’aspetti

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Alle spalle impera “a muntagna” fieramente attiva, l’Etna,  la cui lava fattasi pietra ha lastricato strade, edificato case e dato forma alla scultura simbolo della città: la fontana dell’Elefante, “u Liotru”. Questa è Catania, con lungo affaccio sul mare punteggiato dai faraglioni di Aci Trezza, la cittadina dei Malavoglia che da quel mare, Giovanni Verga racconta, trassero un nugolo di disgrazie perché come Mastro Don Gesualdo, Mazzarò e i tanti “vinti” catanesi dei suoi romanzi e novelle vollero migliorare la propria condizione: delitto fu la sentenza dello scrittore il cui credo si saldò con il gattopardismo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ma le nuove generazioni, spesso capitatane da donne, stanno archiviando tanto immobilismo, fautrici di un cambio di passo che sta contribuendo alla rinascita di quest’isola “sì bella e perduta”, e che finalmente – forse – sta ritrovando se stessa. 

SICILIA VERDE 

Partiamo dai profumi, fragranze e sapori di Sicilia, tempo fa trasformati in impresa da chi siculo non era, il caso di Ortigia, azienda di essenze e profumi lanciata dall’inglese Sue Townsend e operativa a Firenze. Ma proprio a Catania, Luca Raimondo ha lanciato la L.R. Flavours & Fragrances Industries attiva nella creazione e produzione di fragranze e aromi alimentari quindi commercializzazione di oli essenziali naturali e biologici e di prodotti chimici aromatici. Attingendo a un migliaio di materie prime, la L.R. Flavours & Fragrances Industries realizza più di 8 mila aromi e 25 mila fragranze, in distribuzione in 35 Paesi. Dopo il lancio dieci anni fa della divisione Flavours, dedicata agli aromi per il settore alimentare, è stata aperta una sede commerciale a Brescia nel 2017 e a Milano nel 2020. Nel 2022 è stato inaugurato un nuovo stabilimento di 7mila metri quadrati che integra produzione, logistica e customer care, con impianti avanzati e laboratori di ricerca e sviluppo. 

Anche Orange Fiber trae nutrimento dagli agrumi di Sicilia. Nata dieci anni fa, l’azienda è attiva nella produzione di filati e tessuti sostenibili impiegando i residui alimentari della lavorazione degli agrumi, per la precisione il “pastazzo”, ciò che resta dopo la produzione di succo di agrumi che è poi il 60% circa del peso del frutto fresco. E così l’arancia, l’ossessione di Elio Vittorini che dissemina d’arance interi capitoli di Conversazione in Sicilia, è diventata per Enrica Arena, cofondatrice e Ceo, la leva per far decollare un’impresa che oggi opera con le grandi firme della moda, Salvatore Ferragamo in testa, quindi Marinella, H&M.

Orange Fiber ricorda un aspetto della Sicilia che con oltre 40mila  imprese è in sesta posizione nella graduatoria nazionale per numero di aziende eco-investitrici. Lo riferisce l’ultimo rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere. E in particolare nel 2023 a Catania  sono stati siglati oltre 24680 contratti di lavoro legati alla sostenibilità del pianeta. Quali le professioni verdi?  Si va dai progettisti di sistemi di gestione ambientale agli architetti paesaggisti, da esperti in etichettatura ambientale degli imballaggi a startupper di imprese che stanno realizzando tessuti da scarti alimentari, integratori preparati con gli estratti di aloe coltivata in Sicilia, fino ai vasetti di creme per viso fatti con i residui della pietra lavica dell’Etna.

Attinge alle risorse della propria terra anche Nexus Laboratori, attiva per conto terzi nel settore dei prodotti parafarmaceutici  con focus su integratori alimentari. Fra le altre, ha creato la linea  Amunì® composta da estratti botanici premium siciliani, come melanzana Perlina®, la Carota Novella di Ispica e il cappero di Pantelleria, realizzati attraverso tecnologie avanzate come l’estrazione ad acqua e ultrasuoni che valorizzano le proprietà e i benefici delle materie prime. Fondata e amministrata da Maria Calcara, l’azienda offre soluzioni personalizzate che vanno dalla selezione delle materie prime alla formulazione e al packaging di prodotti finiti. Nel portfolio vi sono prodotti innovativi come Chocotabs®, tavolette di cioccolato contenenti ingredienti nutraceutici, senza l’uso di eccipienti. Azienda che contribuisce anche alla valorizzazione del patrimonio botanico dell’isola.

Gyada Cosmetics, con sede a Valverde, in provincia di Catania, è stata fondata nel 2017 da Dario e Gabriele Recupero, con Antonino Lo Faro e Federica Bonarrigo. Crea prodotti cosmetici con formulazioni altamente efficaci a base di ingredienti naturali ed estratti vegetali di origine biologica, caratterizzati da un packaging frizzante e ricercato.

FOTOVOLTAICO 

Entro il 2025 a Catania verrà completato uno dei più grandi impianti europei di produzione di pannelli fotovoltaici. E’ la 3Sun Gigafactory (proprietà Enel), di fatto già è attiva ma entro l’anno raggiungerà la piena capacità produttiva di 3 GWp annui,  che significa 5 milioni di moduli in un anno, ovvero 14mila moduli (800mila celle) al giorno. Numeri senza precedenti in Europa, si conquista infatti il primato del  più grande produttore europeo di celle e moduli solari. Un record reso possibile dalla presenza di un stabilimento da 100mila metri quadrati, il più esteso nel mondo occidentale, concepito per produrre moduli che si basano sulla tecnologia a eterogiunzione, una soluzione relativamente nuova sul mercato, spiega Marina Foti, responsabile dell’Advanced Technology Development, all’interno del team Research and Development 3Sun. Foti, catanese, è inoltre membro del comitato direttivo della European Technology and Innovation Platform for Photovoltaics (ETIP PV), il tavolo creato dall’UE per sovrintendere alle attività di ricerca, sviluppo e innovazione per il solare.

Da rimarcare che in Italia nessuna azienda produce davvero pannelli solari, vi sono realtà che aderiscono alla filiera del fotovoltaico occupandosi  però di assemblaggio di componenti in arrivo dalla Cina, dati i costi minori. Questo tassello catanese è dunque destinato a fare la differenza. 

VINI – rinascimento enologico dell’area.

Col nuovo millennio vecchie tenute, antichi palazzi e cantine abbandonate sono ritornati a risplendere, raccontando pezzi di storia di un’isola dove nei secoli sono andati sedimentandosi lasciti normanni, arabi, spagnoli, francesi. Questo processo di rinnovamento, che ha mutato profondamente il volto enologico della Sicilia, fa capo a due nomi: Andrea Franchetti, scomparso di recente, e Marc De Grazia, i primi a intuire le potenzialità del territorio. Il barone Franchetti, un albero genealogico che conta celebri esploratori (Raimondo), compositori (Alberto), collezionisti (Giorgio: acquistò e restaurò Ca’ D’oro a Venezia), avviata l’azienda Tenuta di Trionoro, in Val d’Orcia, in provincia di Siena, ma poi decise di scommettere sul paradiso sepolto alle pendici dell’Etna creando la sua seconda azienda, Passopisciaro

Altro visionario è Marc de Grazia che qui ha creato l’etichetta Terre nere, dopo l’esperienza piemontese – è stato lui a contribuire al lancio internazionale delle Langhe –  approdato in Sicilia iniziò a vinificare. Laurea a Berkley in Letterature comparate con specializzazione in Greco antico, mamma italiana e papà americano, è un concreto sognatore.  Del resto, saggiamente osserva che “in agricoltura su uno che guadagna, sono in cento a perdere. Chi fa agricoltura non può che essere sognatore. Come si spiega che medici architetti, star, vengono magnetizzati dal vino? Perché la gente solca l’Oceano e viene apposta per vedere, oltre ai musei,  le vigne? C’è una risposta: il vino fa sognare”. Giusto tempre di questa portata, Franchetti e De Grazia, potevano avviare il rinascimento enologico siciliano.

MICROCHIP 

Sta prendendo di nuovo forma anche l’Etna Valley, nota per la fabbricazione dei pezzi più contesi al mondo, vale a dire i microchip. Alle pendici dell’Etna è tornato a ruggire il leone STMicroelectronics, azienda leader nel campo dei componenti a semiconduttore, colosso italo-francese che nella Sicilia degli anni Novanta seppe innescare .- con netto anticipo sui tempi – un circolo virtuoso che vide università, centri di ricerca e aziende operare sinergicamente nel comparto high-tech. Il gran timoniere fu Pasquale Pistorio, l’ingegnere che dopo una carriera all’estero rientrava in Italia per guidare il Gruppo SGS, società di microelettronica che Pistorio fuse con il ramo semiconduttori della francese Thomson. Nasceva così la STMicroelectronics con un polo, appunto, anche a Catania. Dopo tanto furoreggiare, ahimé il tracollo all’alba del nuovo millennio, non di STMicroelectronics, sempre in vetta, ma dell’ecosistema fiorito attorno. Alla rinascita sta contribuendo l’European Chips Act, messo a punto per alimentare lo sviluppo dell’industria europea dei semiconduttori. Forte di un investimento di 5 miliardi di euro, di cui 2 miliardi dallo Stato italiano, la STMicroelectronics sta per costruire a Catania un Silicon Carbide Campus, che integrera’ verticalmente in un unico sito gli impianti manifatturieri per la produzione su larga scala di dispositivi in SiC,  rispondendo alla domanda per applicazioni automotive, industriali e di infrastruttura cloud da parte dei clienti che passano all’elettrificazione e cercano maggiore efficienza. 

Si investe su un’eccellenza affermata globalmente, in campi come l’auto ma anche lo spazio e leader mondiale proprio nel carburo di silicioe proprio a Catania, che già oggi  ospita il più grande centro di R&S e produzione per il SiC di ST. 

Isola Catania è un’isola nell’isola, luogo di lavoro, centro di connessioni e opportunità per professionisti e aziende. Spazio di coworking che è un altro segno della rinascita siciliana.

  • Quando è nata? Isola Catania nasce ufficialmente il 21 giugno 2021, nel cuore di un periodo storico particolare, segnato dalla pandemia e dal rientro in Sicilia di migliaia di giovani professionisti. Questo momento ha offerto l’occasione per creare uno spazio innovativo capace di unire coworking, imprenditorialità sociale, cultura e creatività. Nel 2022, Isola ha consolidato il suo impegno diventando un’impresa sociale, per mettere al centro la responsabilità e l’impatto sulla comunità.
  • Chi l’ha fondata? E’ il frutto di una visione collettiva che unisce il mondo profit e non profit. La società è sostenuta da Arcadia Holding S.r.l., un’azienda che investe in progetti ad alto impatto sociale nel Mezzogiorno, e da quattro enti non profit di eccellenza: Junior Achievement Italia, Fondazione OELLE Mediterraneo Antico, Scenario Pubblico e Farm Cultural Park. Antonio Perdichizzi, imprenditore sociale, guida questa iniziativa come presidente.
  • Dove si trova? A Palazzo Biscari, un gioiello del barocco siciliano e patrimonio UNESCO. All’interno di questo edificio, Isola dispone di 17 ambienti, ognuno dedicato a un’isola del Mediterraneo, per un totale di 400 metri quadrati. Questi spazi ospitano coworking, eventi, incontri culturali e progetti innovativi, creando un’interazione dinamica tra storia e contemporaneità.
  • Quanti coworker lavorano nella struttura? Dal 2021, Isola ha accolto oltre 515 persone. Ogni giorno, la struttura ospita una media di 30 coworker, provenienti non solo da Catania ma anche dal resto d’Italia e del mondo.
Anna Franini
Anna Franini
Anna Franini, giornalista di Forbes e il Giornale. Scrive storie di Leadership, Imprenditoria, Innovazione. Intervista fondatori di aziende miliardarie, Premi Nobel, Breakthrough, Academy Awards, Pulitzer, Pritzker.
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