E’ nel Basso Polesine, tra i fiumi e canneti che scolpiscono la provincia di Rovigo, che si fabbrico le attrazioni più vertiginose e adrenaliniche del mondo. Giostre di tutti i tipi, ruote panoramiche, ottovolanti, torri a caduta libera, simulatori, trenini, montagne russe, autoscontri, in breve l’intero repertorio dei parchi di divertimento, mobili e fissi.
Siamo nel Distretto della Giostra, industria del divertimento con epicentro in Bergantino e diramazioni a Melara, Calto, Castelnovo Bariano, Ceneselli, Castelmassa. Un centinaio di imprese impegnate nella costruzione di giostre, allestimento di caravan, casse-biglietteria, spettacoli viaggianti e pirotecnici e a corona, studi di progettazione e di design. Primeggiano le microimprese, con punte in leader internazionali, anche prescelti per rilanciare – giusto un esempio – il mitico luna park di Coney Island a New York, designazione lunare che ha finito per intitolare un genere.
Il fatturato italiano di settore tocca 250 milioni di euro, importo che doppia con l’indotto; di questi milioni ben 150 (250 con l’indotto) si macinano in questo fazzoletto di terra. Il 48% del mercato si concentra in Europa forte di 300 luna park, di cui 90 in Italia, il 32% copre i parchi fissi dei paesi extraeuropei, in testa Medio Oriente (15%) e America Settentrionale (10%), quindi America Latina (5%), Estremo Oriente (4%), Asia Centrale (2%) e Australia e Nuova Zelanda (1%). Da Disneyland a Legoland, dal Dinosaur Park di Pechino e all’Europark di Parigi, ovunque sventola la bandiera del Polesine. Fra gli ultime prodigi, lo spettacolare parco di Doha, in Qatar, con le sue 50 attrazioni di cui 15 forgiate da aziende venete. Il mercato dei parchi fissi si completa con quelli mobili, con le attrazioni dei centri commerciali, e via discorrendo.
Con gli anni qui si è creato un concentrato di competenze con pochi pari al mondo, dalla pneumatica, all’idraulica, carpenteria, assemblaggio, con profili che vanno dal tecnico meccanico, all’elettricista, carpentiere, falegname, verniciatore, addetto alla vetroresina. E’ poi un settore fortemente orientato all’innovazione, alla ricerca e qualità ma in primis alla sicurezza, per questo sono state strette alleanze con centri di ricerca in testa il laboratorio Automazione e Robotica dell’Università di Padova. Distretto, dunque, sul filo tra alta tecnologia, intelligenza artificiale, software e saper fare italiano.
Perché tutto questo accade qui? Già negli anni Ottanta conquistò la ribalta la notizia che a Bergantino su 3mila abitanti erano 100 le famiglie di giostrai. Troviamo la risposta in questa terna di nomi: Umberto Bacchiega, Umberto Favalli, Albino Protti. Correvano gli anni Venti, quelli che negli USA ruggivano, mentre in Italia si anneravano, i due Umberto giravano di fiera in fiera per vendere dolci fatti in casa, la propria. S’imbatterono in un’autopista che riproduceva in piccolo il circuito di Monza, le automobiline sfrecciavano in quell’ovale lungo 40 metri, il denaro scarseggiava eppure la gente era disposta a indebitarsi pur di salire almeno una volta sulla giostra dei sogni, la voglia di automobile era enorme, e nelle menti albergavano il mito di Nuvolari. I due Umberto, da bravi tecnici meccanici, realizzarono una autopista inaugurandola nel 1929, pochi mesi prima del tracollo del giovedì nero di Wall Street e a cascata dell’economia europea. L’idea fu vincente, a ogni modo, e divennero giostrai. Questo il primo seme del Distretto. Si apre un altro capitolo con Albino Protti, anche lui meccanico cresciuto alla Scuola d’Arti e Mestieri, riparatore di biciclette e moto, però troppo ingegnoso per limitarsi a questo, nei ritagli di tempo costruì una clicloruota e poi una bicicletta dotata di una molla sotto la sella che dava una spinta ulteriore al velocipede, rendendo la pedalata meno faticosa. Amava il volo e sognava una giostra di aeroplani. Nel 1938 realizzava la sua prima giostra ad aerei, enorme, a catene, dotata di movimenti che simulavano il decollo e l’atterraggio di aerei in legno: una novità assoluta nei parchi dei divertimenti. Allo scoppio della seconda guerra mondiale dovette arruolarsi, ma tornò all’opera costruendo una giostra con materiali bellici di recupero. Vite e miracoli, e vicende varie, tutte narrate nel bel Museo della giostra e dello spettacolo popolare di Bergantino. In questo paese di 2900 abitanti le famiglie si tramandano il mestiere di generazione in generazione. Si parte dai Bacchiega, la famiglia di giostrai più longeva in assoluto, Alessandro, pronipote di Umberto, per esempio racconta che fin da bimbo era sempre al fianco del padre, così come Matteo Stefani, laurea in matematica, ha abbandonato i calcoli per tornare nella carpenteria di famiglia dove si costruiscono carovane, perché “il sangue chiama” ha spiegato in un bel servizio realizzato dalla Rai. Altra storia avvincente è quella di Riccardo e Giorgio Cuoghi, nati giostrai e poi decisi a vestire le giostre, “ogni pezzo è bello se è illuminato bene”, dicono. Per creare luci mirabolanti hanno fondato l’impresa Ligths Co di Bergantino che, fra gli altri, ha firmato il Jumper, Air Rice e Roller Coaster del Wiener Prater e di Coney Island Park. Giusto un esempio perché la lista proseguirebbe.
AZIENDE.
Technical Park
E’ stata fondata a Melara nel 1980 con l’intento di costruire giostre per bambini. Poi la svolta che ha fatto di Technical Park uno dei leader nella costruzione di ruote panoramiche e attrazioni adrenaliniche. Conta circa 300 dipendenti impegnati nella costruzione, assemblaggio e spedizione (anche questa un’arte) delle giostre. Tra i fiori all’occhiello, il Flying Fury fornito all’Europark di Milano e al Tivoli di Copenhagen: una colonna a T con due bracci paralleli indipendenti. Ogni braccio, ruota di 360° in entrambe le direzioni con una postazione da 4 posti. Un joystic permette di pilotare i movimenti creando le proprie prestazioni di volo.
Zamperla
Vedevo mio padre andare nei parchi di divertimento, quindi lo seguivo. Spesso eravamo noi figli a provare le giostre. Che passione. Anche adesso non vedo l’ora di salire sulle montagne russe”. Parole di Antonio Zamperla, presidente e CEO dell’omonima azienda con sede ad Altavilla Vicentina. Le attrazioni Zamperla sono presenti nei parchi divertimento di tutto il mondo, ed è leader di settore riconosciuta globalmente: ha posto la firma sulla rinascita di Coney Island, l’iconico parco divertimento di New York.Con uffici e sedi in tutto il mondo, ha stabilimenti produttivi anche in Cina e nelle Filippine oltre che nel vicentino, dove con 273 dipendenti tra cui ingegneri, matematici, artigiani, tecnici e decoratori copre l’intera filiera, dalla progettazione di giostre e montagne russe alla vendita e all’assistenza.
Fabbri Group
Con oltre 65 anni di esperienza e una profonda conoscenza del mercato del tempo libero, Fabbri Group è uno dei principali produttori mondiali di giostre per parchi permanenti, destinazioni turistiche e spettacoli viaggianti. Ampio repertorio di modelli tra l’altro personalizzabili: dalle giostre per bambini e famiglie (come navi pirata, tazze da tè e aerei) alle ruote panoramiche, passando attraverso le giostre da brivido e quelle di nuova generazione come i teatri volanti. Tutto venne avviato da Remo Fabbri, figlio di un fabbro, dalle mani abilissime e propensione per la tecnica. Dalla sua parte aveva l’incoraggiamento degli impresari di spettacoli viaggianti di Bergantino che evidentemente ne avevano intuito il talento. Fu tra i primi a sostituire il funzionamento idraulico e meccanico delle giostre con aria compressa più performante. Fu lui, con il fratello, a lanciare la prima Aviogiostra: l’inizio di un’avventura poi raccolta dai figli.