Il distretto della Gomma del Sebino, la cosiddetta Rubber Valley, è regolarmente nelle posizioni di testa nella classifica dei migliori comparti manifatturieri d’Italia. Secondo i rapporti annuali di Intesa Sanpaolo, brilla per competitività sui mercati esteri, redditività, buoni livelli di patrimonializzazione ed evoluzione del fatturato. Del resto qui convergono due potenze di fuoco imprenditoriali come Bergamo e Brescia. Siamo nel basso Sebino, a sud del lago d’Iseo, a un soffio dal punto in cui Christo installò la passerella galleggiante d’arancione vestita, The Floating Piers.
Qualche estratto dal servizio: Rubber Valley, eccellenza europea della gomma
Correva il 2016, l’opera portava questo lago agli onori del proscenio. Fu una scoperta per i visitatori – 1,2 milioni in 15 giorni – che spesso percorrevano per la prima volta le forme flessuose, a S, di un lago privo dei rami e delle narrazioni manzoniane, bello ma ritroso. Un risveglio per gli stessi abitanti, troppo presi dalle faccende d’impresa per accorgersi di vivere in uno degli angoli più fascinosi del Paese. Perché la prosperità di quest’area lombarda, segnata da qualche slargo pianeggiante ma soprattutto da cime, si deve proprio al capitale umano del luogo, a un’etica del lavoro che poco si concilia con i tempi dello svago, che al solo nominarlo, sa di peccato.
E così accade che un grappolo di comuni, con poche migliaia di abitanti e pure abbarbicati sulla montagna, sia il maggior produttore e fornitore nazionale ed europeo delle guarnizioni in gomma. Segmento preponderante, ma non esclusivo, di una filiera che dalle materie prime arriva ai prodotti finiti destinati a un ampio spettro di settori industriali, anelli di una catena che comprende la produzione di macchinari e stampi, compounder, sviluppatori di strumenti per le analisi di laboratorio e il controllo della qualità. Si calcola che il Sebino, con Varese e Reggio Emilia, totalizzi l’80% della produzione europea della gomma-plastica. Il distretto conta 400 aziende, dà lavoro a 4.500 addetti e fattura più di 2,5 miliardi di euro, con un export che registra un +24,3% rispetto ai livelli pre-pandemici, attestandosi a 549 milioni.
Dominano le piccole e micro imprese. Fra i grandi c’è la Oldrati, nata nel 1964 a Villongo: 11 siti produttivi, 1.800 addetti e un fatturato aggregato di 180 milioni di euro. Altra vetta è l’ultracentenaria Manifattura Guarnizioni Colombo & C., con sede a Sarnico, attiva nella produzione di sistemi di tenuta per macchine e impianti industriali di vari settori, specializzata nella produzione di articoli in gomma, gommatela, metalliche e guarnizioni speciali di grandi dimensioni.
Come nasce il distretto della gomma sul lago d’Iseo
Domanda chiave: perché proprio la gomma ha fatto la fortuna di un distretto che, dal nucleo bergamasco originario di Sarnico, Credaro, Adrara e San Martino, via via s’è allargato a Foresto Sparso, Viadanica, Castelli Calepio, Grumello del Monte, Paratico, Telgate e le bresciane Paratico e Capriolo, per citare i centri chiave? Due le ragioni. (…)
Arriviamo al secondo fattore. La fiorente imprenditoria del tessile – con vertice nella Manifattura Sebina – dopo anni di crescita era entrata in crisi. Poiché questa non è una terra di lamenti e attese, le aziende moribonde si convertirono alla gomma, consapevoli del crescendo di richieste da parte dell’automotive, della rubinetteria, degli elettrodomestici. Scelta vincente: sono pochi gli oggetti della nostra quotidianità che non impiegano anche solo un frammento di gomma pensata per contenere, garantire, custodire qualsiasi tipo di fluido.
Il ponte tra scuola e mondo delle imprese
Mescole, trecce, guarnizioni, manicotti, passacavi, stampe, presse. Confessiamolo, nel Basso Sebino non si creano manufatti dal fascino irresistibile. Siamo lungi dal glamour dell’occhialeria di Belluno e dell’alta gioielleria di Vicenza, Arezzo e Valenza, per non parlare dei motori di Modena, con apice in leggende che hanno nomi come Enzo Ferrari. I successi del Basso Sebino non fanno clamore. O meglio, in tempi recenti le tante luci di aziende 4.0 sono state offuscate dalle ombre di realtà balzate alla cronaca per l’irregolarità dei rapporti di lavoro, laddove – nel caso di sbavatura e cernita – le aziende esternalizzano. Nel 2018 è stato così messo a punto un protocollo, cui hanno collaborato Confindustria Bergamo, imprenditori e sindacati, per regolamentare e monitorare l’appalto esterno delle lavorazioni, l’anello debole della filiera.
Sempre in tema di risposte a problemi contingenti, è stato costruito un ponte decisivo fra scuola e impresa per favorire il ricambio generazionale e soddisfare le richieste occupazionali del distretto. In tal senso è in prima linea l’Associazione produttori guarnizioni del Sebino, 40 aziende decise a far sistema in materia di sviluppo sostenibile per l’economia e il futuro del territorio. L’associazione promuove percorsi formativi e attività di orientamento nelle scuole e negli its, con open day, lezioni guidate e progetti di alternanza scuola-lavoro. Ci si forma anzitutto all’Istituto Serafino Riva di Sarnico, mentre dal 2015 è attivo a Bergamo il corso Its Nuove Tecnologie della Vita, avviato in collaborazione con l’Associazione produttori guarnizioni del Sebino.